lunedì 5 aprile 2010

Milano e la sua luce



Volevo andare in un parco oggi, sdraiarmi al sole e stare li, qualche ora, ad ascoltare la citta'. Ma il terreno e' ancora intriso d'acqua e quindi i miei piani sono stati sconvolti.

In questa stagione, il sole a Milano, non fa altro che iniettarmi pensieri malinconici. La luce taglia la citta' dal basso e la fa risplendere di un fascino che ancora non possiede.

Il mio preferito e' parco Sempione, con la giusta dose di stranieri, mi fa sentire al posto giusto.
Uscendo in provincia, la situazione cambia, si incontrano coppie che passeggiano mano nella mano, famiglie con bimbi strillanti, passeggini, seggiole, tavoli, etc.. tutte situazioni che non mi fanno sentire a mio agio. Pochi stranieri, pochissimi singoli. Questa e' una cosa che non comprendo, dove vanno i singoli e le singole? stanno chiusi in casa finche' non trovano l'anima gemella?

Prendendo la 2, si arriva facilmente a Griffith Park, li e' tutt'altra cosa, e' come quando torni da un viaggio di mesi ed entri in casa. Entrando in Little Armenia, dopo l'incrocio con la Franklin si inizia a salire, il quartiere, il clima, il paesaggio cambiano. Con il sole che ti brucia la fronte e ti solca le rughe, qualcosa frulla nello stomaco, come quando, per la prima volta, si da un bacio alla persona amata. Da lassu' si vede tutta la citta', nel suo immenso splendore, nelle giornate piu' limpide si riesce anche a vedere l'oceano dicono, io non l'ho mai visto, tutto si disperde in un colore indefinito poco dopo la US Bank Tower, come se il mondo finisse li dietro.

Una volta sono salito sul Duomo e ho guardato giu'. Ho visto Milano, nella sua nudita'. I tetti e l'architettura disordinata, tipica delle citta' europee, mi ha deluso come la prima volta che vidi la City da un settimo piano di un discreto albergo. C'e' qualcosa di discontinuo nel loro vestire.

Ma oggi non ho alcuna voglia di prendere la macchina, voglio andare a piedi, con i mezzi. I marciapiedi sono di asfalto scuro, che cattura la luce e gelosamente la trattiene a se', come il peggiore degli amanti. Vedo la luce soffrire in questi scuri strati di pece, la strada e' pulita, senza ricordi. Il sole che ti scalda il corpo e' una bella sensazione, specialmente nelle giornate come questa in cui l'aria e' ancora troppo fresca. Mi porto dietro un po di musica, per nutrire quel senso latente di insicurezza che mi nasce dentro.

Cosi cammino per il corso puntando ai giardini di P.ta Venezia. Una volta arrivato non c'e' nulla che riesce a trattenermi, esco dalla parte di palestro e torno indietro seguendo la strada. Ascolto la radio in streaming, absolute classic rock. By the Way, RHCP, ai gia' confusi pensieri si mischiano queste note in modo, direi, indiscreto, se non credessi al caso, mi farei qualche domanda. Ho sempre quella sensazione di non essere nel posto giusto, di dover ricongiungermi con un qualcosa di cui non ho idea. Forse e' sintomatico, forse e' stress o forse e' Milano che non si sa vestire, a dispetto della sua fama.

Pero', dopotutto, anche questa luce, questa imitazione scadente, e' capace di rallegrare un poco lo spirito, finche' non scendera' la notte.

E' tardi, devo preparare la valigia, domani parto, addio Milano con il sole. Magari mi prendo il tempo di salire ancora sul Duomo e guardarti nuda, dall'alto, senza giudicare.

;)

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