domenica 23 maggio 2010

Via Padova e' meglio di Milano

Questo pomeriggio sono stato alla festa di via Padova, uno dei luoghi piu' discussi di Milano.
Ho fatto una passeggiata breve, per sentire il caldo sole estivo sulla pelle. Devo dire la verita', questa festa mi ha fatto una gran pena, mi ha lasciato l'amaro in bocca. Qualcosa di desolante e sinistro girava nell'aria. C'era davvero poca gente, pochissimi italiani, qualche straniero del quartiere che girava incuriosito.

Molti di quelli che ho incontrato erano vestiti dalla festa, con vestiti vecchi, male abbinati, messi assieme in qualche modo. Non brillavano certo per eleganza, ma a volte l'eleganza si esprime con ben altro che degli straccietti di stoffa. Mi hanno colpito gli occhi, alcuni si guardavano attorno, spenti, in cerca di qualcosa che non c'era. E' come quando inviti gli amici alla tua festa di compleanno e nessuno si presenta. Ma c'e' stata bimba che saltellava qua e la', e con gli occhi brillanti ed il suo velo tirava la sua mamma per mano.

Forse ingenuamente, mi aspettavo qualcosa di piu' allegro, mi aspettavo un bel po di gente, mescolata tra loro, con curiosita' e voglia di sapere e vedere questa via Padova cosi tanto discussa negli ultimi fatti di cronaca milanese. Che c'e' che non va in questo quartiere? brama la sua voglia di riscatto nei confronti di una Milano inetta, ancora troppo immersa in quel suo gretto provincialismo italiano.

Forse perche' e' domenica sera, la malinconia mi attrae, e' inevitabile.

Milano non e' una grande citta', nonostante tutte le arie di cui, elegantemente, si veste. E' al piu' un paesotto, ancora lontano dalle sorelle europee. E la sua gente, mezza bigotta e mezza bauscia sguazza nel suo fango, sfoggiando abiti di classe, arredamenti di design con domestici filippini annessi.

Avrei voluto mangiarmi un kebab, era necessario, ma anche troppo energetico per il pomeriggio.
Questo regime calorico da polli, sta interagendo negativamente con il mio umore. Cosi guardando questa gente che ha messo tutta questa buona volonta' per organizzare questa festa, non riesco piu' a mantenermi tranquillo, qualcosa si sta svegliando, e' una rabbia furibonda, primitiva.

Una volta, non molte settimane fa, sono stato in un mercato di provincia, ho sentito questi vecchi farneticare cattiverie gratuite nei confronti di un venditore ambulante straniero che, raccolta la sua roba, si apprestava a scappare dal controllo dei diligenti ometti in tuta blu. Ma questo venditore ambulante, indiano, bisognava vederlo. Era cosi magro ed aveva un viso cosi gentile che non poteva attirare a se', per natura, nessuna forma di odio. Eppure questi stolti, della bella provincia milanese, non si risparmiarono. Loro ed il loro Dio, entrambi analfabeti come capre, alzarono la voce. Quello che mi fece piu' specie fu l'orgoglio, ragliavano con orgoglio, fu un particolare agghiacciante. La bella provincia milanese, che di bello ha solo qualche ragazza, e' colma di questi quadrupedi raglianti, imbeccati da certe altre bestie da soma verdastre, alcuni troppo presi dall'entusiasmo, a volte si spingono fin su in citta'.

Cosi, in questo pomeriggio desolato di via Padova, quel fatto mi e' tornato alla mente, i pochi carboidrati che ho assunto nell'intera giornata hanno fatto il resto. Per fortuna ci sono ancora gli occhi brillanti della bimba mussulmana che, per un attimo, mi hanno scrutato incuriositi, donandomi una pausa di tranquillita'.


Neelps

NB
Questo post e' una schifezza, non ha ne' capo ne' coda, va sistemato, arricchito nella forma e nei colori del linguaggio, va corteggiato con pazienza, racchiude in se' tutta l'impulsivita' dell'ingordo. Ma non lo sistemero' mai.

mercoledì 5 maggio 2010